Settanta acrilico trenta lana… e la merla è servita!
La “merla” di oggi la rubiamo a “Cabaret Bisanzio”, posticino dove le merle – se merle sono – si guadagnano le luci della ribalta senza troppi complimenti. Insomma, è il sito che fa per noi, visto che anche qui le merle sono di casa!
L’articolo è di Enzo Baranelli e lo trovate QUI.
“Settanta acrilico e trenta lana” di Viola Di Grado è una merla perché: […] In generale il linguaggio affonda in un autocompiacimento, che va di pari passo con l’autocommiserazione della protagonista, Camelia (si chiama così perché l’autrice le fa decapitare i fiori come nella Famiglia Addams): “Il sorriso sorrisissimo sulle guance guancissime, e il suo corpo corpissimo che mi guarda coi piedi piedissimi […]”. Troppe volte questo eccesso del linguaggio sfiora il ridicolo: “Spade di pioggia mi sfondavano il cervello”: consiglierei un casco, forse il copricapo non è sufficiente. […]
Urca!
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