Edizioni a pagamento? Beh, sappiate che non avevamo capito un razzo!

Il contratto di edizione è cosa diversa. Esso sottende sempre da parte di un editore la valutazione del manoscritto, un accurato lavoro di editing, impaginazione, correzione bozze, l’emissione di comunicati stampa, comunicati stampa marketing, organizzazione di incontri, realizzazione di piani di promozione personalizzati, distribuzione e così via. Così spiega Miranda Biondi, direttore editoriale della Giovane Holden Edizioni (in questo articolo). E se a fronte di questa macchina organizzativa l’editore chiede l’acquisto di qualche decina di copie del libro agli autori esordienti e/o a chi scrive ad esempio poesia, mi pare un’operazione del tutto ragionevole. Qualche decina di copie.

Proprio ieri mi sono imbattuta in questa domanda su Yahoo Answers:

Ho ricevuto una proposta di pubblicazione da questa casa editrice – poco sopra trovate infatti scritto Giovane Holden edizioni – , ma mi chiedono di acquistare 100 delle 400 copie che stamperanno come prima edizione. Sul Rifugio degli Esordienti c’è scritto Testato a proposito di questa casa editrice, così volevo sapere.. posso fidarmi? (copia e incolla, tutto reale, tutto certificato).

Qualche decina di copie, ribadisco.

Poi Miranda Biondi, dopo aver trovato questa operazione del tutto ragionevole aggiunge un bel nonché molto diffusa. Certo, anche la malaria in Africa, ma questo non fa della malaria una roba che tutti vorrebbero sperimentare in prima persona. Dopo di che, si può parlare di editoria a pagamento nell’accezione che si ritiene più consona. Ovviamente sì, io ad esempio ritengo che un contributo – grande o piccolo – o una richiesta d’acquisto copie – qualche decina o cento, come nel caso citato – sia editoria a pagamento. Ho capito male?

Per quanto riguarda me io la identifico col book on demand e la vedo come un servizio editoriale nettamente distinto dall’editoria tradizionale.
Sempre tenendo presente che la Giovane Holden può proporre pure questo e lo fa in questi termini: Non sempre l’autore di un testo è interessato a una valutazione dello stesso, a ‘sottomettersi’ alle regole redazionali dell’editore, a sobbarcarsi un piano di promozione, ma preferisce decidere in proprio la filiera tipografica ivi compresa la tiratura e la vendita del suo testo, ammesso che questo sia destinato alla vendita – più spesso è destinato invece quale regalo ad amici e parenti. Anche come Giovane Holden abbiamo attivo questo servizio sotto marchio diverso.

Insomma, da una parte paghi – così nessuno ti dice che scrivi da cani – e dall’altra? Dall’altra c’è l’obbligo d’acquisto. Adesso possiamo scegliere.

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Scrivo, ma posso smettere quando voglio.

13 risposte a “Edizioni a pagamento? Beh, sappiate che non avevamo capito un razzo!”

  1. Ad Sidera dice :

    Ah certo, le alternative sono molto chiare: o paghi per stampare il libro o paghi per far leggere il tuo libro. Come non arrivarci prima 🙂

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  2. Roberto R. Corsi dice :

    non aggiungo niente ai tuoi rilievi, salvo il fatto che “giovane holdeR” (non cambiarlo ti prego!!) è un lapsus calami delizioso. Fa pensare a un esordiente che sta in linea (hold) per ore con un EAP, oppure, metaforicamente, che gli regge il moccolo…

    sugli eap non c’è più troppo da dire, chi vuol capire capisce. Io sto facendo il giro dei panettieri di borgata dicendo loro “sono un esimio poeta e personaggio pubblico. Quanto mi pagate perché io nobiliti, manducandolo e asseverandolo con la mia poetica mandibola, qualche vostro preparato?”. Mi cacciano fuori a pedate, proprio non capiscono la logica eap, come sono arretrati 🙂

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  3. Antonio Asmodeo dice :

    Miranda Biondi a suo modo un personaggi da inserire in un racconto Kafkiano ,peccato non potresti pubblicarlo..

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  4. Antonio Asmodeo dice :

    Ho Partecipato al concorso Bukowski….ho visto vincere una ragazza che di bukowski non aveva assolutamente nulla,vi prego di guardare il video sulla premiazione su youtube in modo da giudicare voi stessi.La ragazza aveva scritto una lettera (e basta!) e il giudice una professoressa credo ha saputo commentare il fatto che la vincitrice avesse usato in maniera eccellente le tecniche di scrittura.Dopo qualche giorno arriva la proposta dalla giovane olden di pubblicarmi,testualmente la lettera diceva:a pochi giorni dalla conclusione della prima edizione del Premio Letterario Nazionale Bukowski, le scrivo perché, sì come riportato sul bando di concorso, la Giuria ha segnalato alla mia attenzione il suo racconto.
    Perché allora – si chiederà – non hanno selezionato il testo tra quelli finalisti? Difficile rispondere in modo univoco a questa domanda, a volte è la spietata logica del numero limitato di finalisti rispetto ai partecipanti, a volte il testo viene ritenuto interessante ma bisognoso di lavoro redazionale e così via.
    Non le nascondo che raramente si propone un contratto in working progress. Questo tipo di accordo vede infatti l’editore impegnarsi alla pubblicazione basando il proprio giudizio su un numero limitatissimo di elaborati. La selezione dei testi avviene in progress ovvero l’editore fornisce – se necessario – completo supporto redazionale anche nella fase creativa.
    Le rimetto in allegato la proposta editoriale di Giovane Holden Edizioni e resto a sua completa disposizione per fornire informazioni a corredo.
    Aperto la proposta c’era scritto che avrei dovuto acquistare x copie al prezzo classico di copertina di 12 euro.Allora convinto che la signora Biondi si occupasse di fare contratti con scrittori gli ho risposto.Gli ho detto che non capivo come mai avesse vinto quella ragazza elencando le distonie di stile e contenuti rispetto al tema del concorso e gli ho fatto anche una controproposta dicendogli apertamente che forse un esordiente a 12 euro non lo comprava nessuno.La risposta da parte sua è stata:per contestazioni e osservazioni sugli obiettivi e i risultati del Premio Letterario Nazionale Bukowski la rimando all’organizzazione dello stesso.
    In qualità di editor di Giovane Holden edizioni posso solo attestare la mia piena soddisfazione per i risultati complessivi.
    La sua “controproposta” certamente interessante soprattutto per l’ironia con cui è concepita tuttavia non è di mio interesse.

    Se desidera inviare un manoscritto in valutazione trova tutte le indicazioni sul ns. sito nella pagina apposita.

    Un saluto cordiale.
    Adesso mi chiedo ma se davvero fosse stata interessata a m, si sarebbe presa la briga di leggere i dieci racconti che gli avevo inviato ,visto che nel messaggio iniziale la signora scriveva che era per loro raro sponsorizzare progetti working progress.Il problema e’ che io i racconti ce li avevo già.Non fidatevi ,non pagate e soprattutto se scrivete non fatelo per la fama subito.Fante e’ diventato famoso dopo essere morto.I concorsi letterari?State attenti con questa tecnica non solo non devono preoccuparsi di cercare in rete possibili polli,ma addirittura paghiamo noi (i soliti 20 euro di iscrizione) per farci anche trovare!!!!Geniale.A proposito qualcuno di voi puo’ dirmi se ha mai visto un autore in libreria con il logo casa editrice Giovane Olden?O se ce ne sia uno passato anche a quell’altro mostro chiamato Feltrinelli ma che abbia sfondato con Giovane Olden?

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  5. Mario Borghi dice :

    Secondo me la Biondi si è risentita a causa di quel “gli” reiterato, riferito a lei.
    Per il resto, complimenti. Per i bei consigli e per la tempestività.
    Saluti.

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  6. ladyvioletvaliant dice :

    e la Giovane HoldeR fu!!
    Stessa “poesia” anche la mia. Sono arrivata finalista nel premio Streghe e Vampiri sezione poesia e quindi pubblicata nell’antologia di quest’anno (fortuna per me che ci avevo partecipato solo per gioco e scommessa).
    A seguito la mail dove si richiedeva una silloge di mie poesie…la invio sempre per gioco e ecco il famoso contratto di pubblicazione.
    A me piace scrivere e so che con la poesia non si diventa ricchi, ma di sicuro non voglio diventarci povera (720 euro per 60 copie omaggio che fra l’altro non saprei nemmeno dove infilarle).
    Risponderò che a me dell’ 8% di royalty non importa nulla, e che se credono nel mio lavoro posso firmare un contratto dove cedo i completi diritti per 10 anni o anche più, perchè l’unica cosa che a me interessa è poter aiutare chi mi legge stimolando emozioni e sentimenti e non serve pagare per questo. Il mio cantante preferito dice “friends can never be bought.”..nemmeno i lettori secondo me.
    Secondo voi accetteranno la mia modifica al contratto??? 😉

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