Scrittori a pagamento? Già visti. Oggi parliamo dei traduttori…
Se siete già stati su Giramenti dovreste aver capito che ci sono cose a cui non so resistere. No, per carità, niente minchiate di Gucci, parlo di roba molto più in, dove in sta per incapace di intendere e di volere, condizione in cui mi trovo imbattendomi in certe carognate editoriali. Non ragiono più, mi va il sangue alla testa e il latte alle ginocchia, per evitare almeno il gomito dell’antennista – quello che fa parabole paraboliche alla gente giusta – sono costretta a farmi girare pubblicamente i maroni.
Ora, una cosa bisogna dirla, l’acquario di carta è pieno di pesci che andrebbero presi a pesci in faccia. In questi giorni ho evitato di tediarvi con diverse vicende (una rapida ricerca Lipperini/Manni/Serino dovrebbe chiarirvi le idee), l’ho fatto volutamente, annusando lo spottone nascosto nei maccheggi. Ma quando lo scazzo è reale e tangibile, non posso proprio evitare di farci un carpiato. È più forte di me, cercate di capirmi.
In questo caso ci troviamo davanti a una situazione davvero strana. Abbiamo sempre parlato e sparlato delle case editrici a pagamento, abbiamo urlato “sfigati!” a chi pubblica rompendo il maialino – e pure un po’ i coglioni visto che poi starnazza d’essere un romanziere – ma non abbiamo mai immaginato che la situazione fosse grama pure per i traduttori. Razza artistica di cui abbiamo già parlato qui, gente da difendere come i panda, no, non come le Panda, quelle vengono buone solo per farci delle fioriere.
Ecco cosa dice il pezzo che oggi vi propongo in “Ritagli e frattaglie”:
“Voi ci date 160 euro. Poi traducete un libro gratis. Se il libro vende, è possibile che vediate qualche centesimo. Ma se noi non lo promuoviamo, o decidiamo di non pubblicarlo, o il libro non è un granché… che vi dobbiamo dire? Ci avrete smenato 160 euro e qualche mese di lavoro, mentre noi… niente di niente.”
Andatevi a leggere il resto dell’avventura e fate come me: condividete il link.
12 risposte a “Scrittori a pagamento? Già visti. Oggi parliamo dei traduttori…”
Trackback/Pingback
- 25 marzo 2012 -
- 26 marzo 2012 -
Uhm. Mi sta venendo da vomitare. E non poco.
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Eh, lo so, l’operazione commerciale muove vagamente al disgusto…
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Sono anni che vedo roba simile… Almeno a noi che aspiravamo a scrivere per le soap ci facevano fare dei test, mica ci proponevano di pagare un corso per imparare a scrivere soap.
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I tempi cambiano. In peggio.
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Grazie della citazione, Gaia!
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Figurati, tra pignuoli… 😀
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Sono anche molto utili i corsi per diventare editori, redattori ed editor di grido. In manco due mesi passi dal non sapere bene cosa sia un libro al novello Gutemberg.
Questi dobbiamo citarli noi, stanno copiando la Cialtroni Editori.
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Ma noi siamo professionisti del settore, riusciremo a fare cose peggiori! 😀
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Parlavi della vicenda manni lipperini ecco un link secondo me ben riepilogativo
http://www.steamfantasy.it/blog/2012/06/21/anniversario-di-un-addio-e-lippamanni/
c’è tutta la storia (una soasp opera!!)
quanto al rapporto editori/traduttori c’è da dire che gli editori sono alla fame!
Meglio lavorare in proprio, associarsi in cooperative, utilizzare gli sgravi!
Agenzie di servizi e traduzioni: una soluzione?
No!!! La soluzione!
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Urca, mi sono letta tutto il post (grandioso!) e mi sono fatta una cultura di fantasy e soap.
Per quanto riguarda gli editori alla fame, non posso dire mi dispiaccia in generale: ci sono editori buoni e altri meno buoni. Ci sono quelli che pagano i collaboratori, quelli che li pagano in chiacchiere, quelli che non pagano e basta. Ci sono editori che sputano chiaviche cartacee nelle vetrine delle librerie, ci sono editori che escono con testi degni.
Ci sono editori ed editori, poi ci sono collaboratori e traduttori, di solito fanno la fame (quella vera). Dico di solito e per quello che so. Ho la fortuna d’avere diversi amici che campano in più lingue, e facendolo mi rendono agevole la lettura di testi che, altrimenti, dovrei fissare da lontano (esclamando “Guarda che bella copertina!”). Il mio rispetto verso le figure nascoste dell’editoria è massimo, per un buon editor che cerca di levare maialate dai libri di autori “da terza media”, per i traduttori che mi aprono mondi, per i correttori di bozze mandati con la bic nei campi di cotone…
Agenzie di servizi e traduzione? Sì, credo farebbero la differenza. Ma lo dico a naso, a intuito.
Di una cosa però sono certa: la gente che lavora va pagata, e la gente che lavora coi libri va citata (anche nelle recensioni). Questione di rispetto. E di buonsenso.
Grazie mille per il link! 😀
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