Gentile autore che paghi, pubblichi e ringrazi… se non ti fai vivo, l’editore a pagamento si sente solo.
Io devo proprio avere la faccia di quella che tiene schei da buttare – una di quelle facce alla Dallas e alla Dynasty – oppure l’occhio lesso dell’autore all’ultima spiaggia. Sì, forse ho proprio un’espressione così, da tonta, nonostante live – ci terrei a sottolinearlo – solitamente tenga a bada un rottweiler con un’occhiata (e sono pure miope, il cane magari è un dinosauro, vallo a sapere!).
O magari ho capito male. Forse in un torrido agosto di case editrici chiuse – persino quelle a pagamento – c’è una piccola casa editrice – a pagamento anche quella –, una piccola casa editrice di ebook – ribadisco: a pagamento – che si sente sola. Ve la ricordate? L’avevamo incontrata qui: Gentile autore… paga, pubblica e ringrazia!
Insomma, la mia faccia da “pago, pubblico e ringrazio” e la malinconica condizione d’essere aperti anche in agosto, porta i signori della Il violino edizioni a contattarmi ancora. Mi offrono la stessa cosa – allo stesso prezzo – ma ora in mail si presentano così:
Gentile autore,
Sì, salve, sono ancora io: autore ma non gentile. A tutto c’è un limite.
le allego una proposta di realizzazione, pubblicazione, vendita su 29 webstore e promozione per il suo libro in formato ebook.
Grazie mille, la sua mail mi arriva in data 13 agosto 2012 alle 19.42, e questo mi dice che l’opera di convincimento si sta facendo spasmodica. Disperati, eh?
In allegato troverà anche una breve scheda sulle motivazioni per cui pubblicare un ebook.
Stia tranquillo, me la ricordo bene, già ne parlavo qui.
La proposta è valida per tutti gli autori che hanno già ricevuto una proposta di pubblicazione su carta da Il violino edizioni.
Sì, bene, ma io non sono tra questi. Tanto per chiarire: non vi ho mai contattati, nemmeno per chiedervi l’ora.
Chi non avesse ricevuto una proposta di pubblicazione, può inviarci il suo manoscritto e valuteremo se pubblicarlo su ebook.
E perché non dovreste, mi scusi? La pubblicazione costa all’autore 120 euro, voi che avete da perdere?
Per ogni informazione non esitate a scrivermi.
Non vedo perché dovrei scriverle, è già la seconda volta che si fa vivo, qualcosa mi dice non sarà l’ultima. La prima il 12 luglio, poi di nuovo il 13 agosto, conto quindi di risentirla il 14 settembre. Vediamo se ci becco!
Certo di una vostra risposta vi porgo cordiali saluti.
Gentile signore, che le dovrei rispondere? Potrei dirle di piantarla con la spam, argomentando che pubblicare a pagamento è lo specchio deformante delle brutte fighe nevrotiche, potrei aggiungere poi che pagare per pubblicare in ebook è lo specchio deformante in formato mignon. Mi azzarderei inoltre a farle sapere che trovo vagamente offensivo l’essere inclusa – per due volte – nella lista dei vostri potenziali clienti: non mi va d’essere aggiunta ai polli, lo trovo squalificante. Alla mia età, caro mio, do un ottimo brodo!
24 risposte a “Gentile autore che paghi, pubblichi e ringrazi… se non ti fai vivo, l’editore a pagamento si sente solo.”
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- 16 agosto 2012 -
- 17 agosto 2012 -
- 17 febbraio 2013 -
- 27 febbraio 2013 -
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Trattandosi di Giramenti, ogni play vi costerà 10 centesimi.
Tenetelo presente. 😉
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Credo si debba fare un distinguo fra case editrici a pagamento e case editrici a doppio binario: molte case editrici a doppio binario hanno portato libri di grande rilevanza che nessun altro editore ha avuto il coraggio editoriale di proporre in Italia e incontrando, per nostra somma fortuna, un alto indice di gradimento surclassando autori pubblicati da editori non a pagamento, editori grandi che tengono il monopolio dell’editoria e che spesse volte pubblicano libri che non valgono niente o addirittura meno di niente: guarda ad esempio Giulio Mozzi, ha pubblicato con Mondadori (cioè con l’editore più potente in Italia) e non ha venduto… forse 4000 copie. Che senso ha avuto pubblicare un libro così? Adesso viene subitissimo ripubblicato in formato ebook da altro editore. Siamo o non siamo di fronte a qualcosa di strano?
Di editori a pagamento che non hanno professionalità ce ne sono parecchi, non è però il caso di fare di tutta l’erba un fascio, tanto più che oramai i grandi editori pubblicano chiunque perché si chiama Tizio piuttosto che Caio. O peggio pubblicano libri, di poco o nullo valore, sotto pseudonimo: ma ci vuole davvero niente per risalire all’autore che si spaccia per. PUNTO.
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Ma quelli sono i tuoi porcellini salvadanaio? ^__^ Ma quanti che ne hai! 😀
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Sarò sincera, per me EAP e doppio binario sono EAP.
EAP che fanno ottime pubblicazioni rimangono EAP, e le ottime pubblicazioni in questione restano ottime pubblicazioni a pagamento. Pagare per pubblicare o comprarsi tot libri è roba da EAP, e siamo sempre lì.
Ho ritirato dal mercato dei libercoli proprio per starmene lontana da editori che nel tempo si sono rivelati a doppio binario (quello che è ancora in vendita verrà tolto di mezzo a tempo debito): non avevo pagato – una stronza come me non cede mai – ma ci tengo a starmene da questa parte del fosso.
Poi, sia chiaro – e vorrei fosse chiarissimo -, uno paga e pubblica e fa come crede. Uno non paga e non pubblica, non paga e pubblica… la casistica è ampia e mi riguarda solo se in copertina c’è il mio nome. Voglio però far presente che la pubblicazione a pagamento – curata o non curata, buona e meno buona – rimane a pagamento. E qui sta la differenza tra stampare e pubblicare.
Investire soldini per farsi pubblicare è un metodo certo e certificato per farsi un nome? Sì, di quello che pubblica a pagamento. Ma se il testo è buono? Allora l’autore doveva investirci tempo e rottura di scatole – non soldi! – cercando un editore NON a pagamento. E se un editore così non salta fuori? Ah, be’, allora sì, certamente: allora è giusto pagare.
Eh, come no!
Insomma, posso evitare di sparare a pallettoni sugli EAP e sugli scrittori paganti. Ma smettere di percularli no, sarebbe chiedermi troppo. Mica posso riconvertire il litblog in un blog di cucina, no? 😉
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Cos’è una casa editrice a doppio binario?
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Trattasi di casa editrice che si fa pagare da alcuni ma non da tutti. Spesso i paganti fanno da cuscinetto sicuro ai non paganti: in questo modo l’editore si sente pronto a rischiare proponendo titoli di suo interesse ma di incerta fortuna.
Ecco spiegato perché – a mio modesto avviso – un editore a doppio binario è comunque un editore a pagamento: non rischia in proprio, sta soltanto tentando un buon brodo con la gallina degli altri.
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Capito.
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Dimentichi una cosa, Gaia: sai quanti autori diventai poi dei colossi della Letteratura mondiale sono stati loro malgrado costretti a pagare di propria tasca le loro prime opere? Saresti capace di farmi un elenco?
Io dico che è molto peggio quell’editore che ti pubblica gente che non vende un cazzo e gente come veline e calciatori e tennisti falliti (librettini perlopiù scritti da accorti editor) per poi continuare a pubblicare libri veramente brutti firmati da un qualsiasi nessuno ma spacciati per opere mondo. Parliamo di triplo binario con tanto di tangenziale di mezzo?
Io da certi tipi sto invece alla larga, col pensiero e con la tasca, perché sono io che alimento un simile mercato, perché sono io, che comprando libri così che non sono libri ma che come tali vengono spacciati, lo tengo in vita e faccio in modo che “cambiare tutto per non cambiare niente”. Ecco così che pagandoti Lansdale e recensendolo, negativamente anche, hai fatto un bel favore a certa gente, un favore che hai pagato salato su tre binari. Io invece taccio su certi libri: la migliore stroncatura è il silenzio, il silenzio assoluto.
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Per rispondere al tuo primo quesito: non ho la lista completa – conosci qualcuno che perde tempo in certi quiz? -, al momento penso a Simoni e al premio bancarella (volutamente minuscolo). Un colosso d’argilla a mio modesto avviso, un autore con la coperta corta, un editore che vende coperte in pile e le spaccia per piumoni. Il lettore ne trarrà le proprie conclusioni, il lettore non è un cretino.
Veniamo al resto.
Recensire Lansdale è fare un favore all’Einaudi? Anche quando dico che il libro è brutto? Può essere, ma non avendo guinzagli posso concedermi le letture che credo, e questo vale anche per le recensioni. Non parlare di Mondadori ed Einaudi fa scomparire il malcostume delle pubblicazioni letterarie & letterine? Non credo, ma se hai dati certi che avvalorino questa linea, sarò lieta di starti a sentire.
Ma veniamo alla mia domanda: recensire libri di un editore a doppio binario, a chi fa bene? Non è che in quel doppio binario ci si è infilato – “a gratis”, sia chiaro – anche il recensore? Lo chiedo senza alcuna malizia, ho lavorato per qualche mese – per poi scappare a gambe levate – a una collana gratuita di un editore che pubblica ANCHE a pagamento. I sensi di colpa erano terribili, mi pareva di fregare il prossimo (e ho mollato senza nemmeno guadagnarci un euro, e questo mi fa dormire molto meglio).
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Dovresti invece sapere chi ha pubblicato a proprie spese perché l’editoria non ha voluto riconoscerne il valore. Dovresti eccome. Informati, per il tuo bene, perché chi scrive recensioni certe cose dovrebbe saperle e non ci sono scuse.
Purché se ne parli: è preferibile una stroncatura, che faccia il nome e il cognome dell’autore e dell’editore, al silenzio assoluto. Uno potrà convenire o no con quanto espresso dal critico, ma in ogni caso del libro se ne sarà parlato, e questo solo conta per il mercato editoriale; nel bene e nel male il libro stroncato venderà o perlomeno sarà notato. In alcuni casi una stroncatura forte, da parte di un critico forte, ha sortito risultati a dir poco ambigui attirando la morbosa attenzione dei lettori sul libro stroncato. Dan Brown, stroncato da un po’ tutti, tutti lo hanno letto. Il suo Codice da Vinci – e non solo – è forse il libro di narrativa più venduto di sempre: grazie alle feroci stroncature anche.
Dico solo che chiunque faccia cultura, anche e solo per hobby, è compromesso, tu compresa, cara Gaia. Il solo modo per non essere compromessi è quello di non leggere, di tenersi lontani dalla società e da qualsiasi cosa venga detta dalla società ‘fonte di cultura’.
L’editore X pubblica il tennista fallito e vende, e vende piuttosto bene anche. Continua così a pubblicare veline, calciatori, pornostar entrate e uscite dal mondo politico, etc. etc. E l’editore X continua a guadagnare, a guadagnare di brutto: le ghiande piacciono un casino ai maiali. Ma lo stesso editore X rifiuta l’invio di opere se non espressamente da lui richieste. Ovviamente l’editore X le opere le richiede ma le richiede sempre ai soliti quattro nomi, ecco così che spunta un Libanese che farebbe invidia alla Liala nazionale. Cara Gaia, tutto questo, senza malizia, non ti fa venire terribili sensi di colpa?
Spero tu riesca a dormire bene. 😉
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Grazie Gius, dormo benissimo.
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Se lo dici tu. Ma fai il gioco dei poteri forti e dei monopoli e lo sai. O forse no. E’ facile scagliarsi contro Lansdale, che non leggerà mai la tua recensione. Prova un po’ ad avere il coraggio di scagliarti contro uno come Giulio Mozzi ad esempio e a denunciare che… appena uscito da Mondadori rientra in Laurana ripubblicato per chissà quali santi in paradiso. Questa è editoria ben fatta, vero? Editoria che promuove e pubblica e ripubblica sempre i soliti quattro. Prova a dire contro De Cataldo e il suo libanese lialesco. Non lo tieni il coraggio. O sì?
Dormi bene. Sei in buona compagnia di chi ama dormire bene.
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Leggi solo le mie recensioni agli autori stranieri o solo quelle che fanno comodo alla tua teoria? Caschi male, Gius, molto male. Non solo te la pigli con la persona sbagliata – io – ma ti spieghi pure con poca cura: me lo dici bello chiaro perché ti rode il culo o ne vuoi fare un telefilm a puntate?
O magari mi stai dando della vigliacca paracula… mmm… interessante, è la prima volta che mi capita e sai una cosa? Lo trovo divertente. Pensi di continuare a farmi ridere? Ma sì, dai, che tanto io non li tocco mai gli editoroni e gli autori italiani! Ma certo, mi sono fatta la fama della stronza e sono finita sulla lista nera di parecchi editor perché ho i piedi palmati e l’alito cattivo. Già, già… è così, perché non ci ho pensato prima?
Dai, Gius, su… vuoi farmi ridere ancora? O vuoi che perda le buone maniere – queste lo sono – e ti dica dove devi andare a dare lezioni di vita? Ridendo, sia chiaro, io rido di tutto.
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No, anche a quelli italiani. Le ho lette. Le ho anche commentate condividendo la tua opinione. Ma ci sono autori di cui si puo’ parlare e altri di cui invece è molto più difficile parlarne soprattutto se se per dovere deontologico sei costretto a non portare delle lodi al loro lavoro. Certi la prendono male, male di brutto, fino alle estreme conseguenze. Ma anche evidenziare che c’è un bollino SIAE su un dato libro per qualcuno è quel che è e ti mordono fino a farti sanguinare. Questo sì, mi rode. Vedi, non posso neanche nominare tale persona. A questo siamo arrivati e non tutti se ne rendono conto.
Il mio invito, Gaia cara, era e rimane solo quello di non far di tutta l’erba un fascio. Null’altro. C’è del buono nell’editoria dei monopoli, c’è del buono in quella che dice d’esser indipendente, c’è del buono in quella a pagamento. Io leggo tutto quel che mi passa fra le mani e sotto gli occhi. Se è il caso di stroncare non ci vado giù leggero, con nessuno. Sono nella lista nera di tanti? E chissenefrega.
Mi rode che Casarini pubblichi per Mondadori perché ce lo porta dentro Dazieri. Cerca con Google, troverai notizie in merito. Non lascio link perché qualcuno potrebbe pensare che cerchi di farmi pubblicità. No, niente di più lontano dalla verità. Non ho bisogno di certi espedienti così bassi e vili.
Mi rode che non mi piacciono le generalizzazioni.
Poi, se dal tuo punto di vista, vuoi mandarmi a quel paese, non c’è problema: da te lo accetto un vaffanculo, anche due o tre. Lo accetto perché sei una persona onesta, più di tante altre che conosco e questo lo apprezzo molto.
Non c’è altro, cara Gaia.
Volevi sapere che cosa mi rode: bene, te l’ho detto. E non c’è davvero altro da aggiungere.
Nel corso degli anni ho imparato una cosa: non fidarsi di nessuno mai e non avere pregiudizi mai su nessuno. Un paradosso, lo ammetto, ma certe cose le capisci solo con l’esperienza. Poi è da vedere se l’esperienza accumulata è buona o cattiva. Ma è così che guardo alla vita, sempre, in ogni occasione, in ogni ambito.
Bene, vedi un po’ tu… se rompermi un vaso in testa o qualcosa di più pesante.
Temo di non aver altro da aggiungere. 😉
Serena notte
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Ecco, vedi, era solo una questione di toni: questi sono comprensibili. Mi dici che ci sono dei distinguo da fare. Ammetto che – per mia esperienza personale – tendo a pensare che gli editori a pagamento siano frequentabili quanto le piattole, che il doppio binario “a fin di bene” sia uno strano modo di salvare il mondo e che se non parlo di Mozzi e della Lipperini – ma mi sa che della signora ho parlato… – è perché ho altri supereroi che seguo con più attenzione. Non si può seguirli tutti, i supereroi editoriali sono moltissimi, e non c’è bisogno che te lo venga a spiegare, no?
E dovrei mandarti a fanculo? Se non ti ci ho mandato ieri, non mi pare il caso di farlo oggi.
Magari la prossima volta non parti in quarta e ci evitiamo uno scambio di commenti da far ridere i polli.
La notte è stata serena, lo sarà anche la mattinata. Ciao Gius, alla prossima.
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Ovviamente anche io ho stroncato e continuo a stroncare certi libri partecipando purtroppo al meccanismo di cui ho detto nel precedente commento. E in tal senso sono colpevole anch’io. Unica mia attenuante è che con il tempo ho imparato a parlare di meno e a tacere molto di più su certe uscite editoriali. Un giorno sarò capace di raggiungere il tanto sospirato SILENZIO ASSOLUTO. Ed ora preghiamo. 😉
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Io vorrei sapere quale casa editrice a pagamento promuove il libro che ha appena stampato. Ma in maniera seria eh, non con passaggi su radio gennargentu alle 3 di notte, o sul gazzettino della Barbagia tra i necrologi.
Se poi il discorso si allarga a recensioni multiple (bidet, lavandino e doccia) allora il discorso è più lungo. Si recensiscono le opere non le persone.
L’EAP è una picconata lla propria dignità di scrittore.
La Conventi, poi, non credo abbia paura di stroncare, nessuno.
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Mi chiedo… ma che emozione può darti il pubblicare a pagamento la tua opera? Considerando che ormai è noto come agistano le (pseudo) case editrici… E’ difficile che pubblichino cose di qualità, è peraltro piuttosto facile che pubblichino casi letterari (o scandalistici) o personaggi famosi del piffero.
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