“L’uomo ombra” di Dashiell Hammett.

Cominciato la sera prima di partire per Milano, durante l’andata mi sono resa conto d’aver cannato: un libro così non ti fa sopravvivere a un viaggio in treno, un libro così viene voglia di lanciarlo dal finestrino. Forse è per questo che Trenitalia ha deciso di piombare i vetri delle carrozze.

La prefazione di Diego Zandel mi racconta che «Dashiell Hammett nella sua vita scrisse un numero notevole di racconti, ma soltanto cinque romanzi» (pagina 5) e direi avrebbe potuto evitarsi la briga di scrivere questo.
Non so dirvi se sia colpa della trama – raffazzonata e poco hammettiana, tutta frizzi e lazzi, calata nel bel mondo di chi non ha un cazzo da fare dalla mattina alla sera – o della traduzione attempata di Marcella Hannau. Non so perché, ma so che mi pare azzardato asserire che «l’aspetto frivolo e mondano» è «venato da momenti di significativo realismo, al limite del dramma» (nella prefazione, a pagina 12). Se questa roba c’è, io non me ne sono accorta.

Qui di hard boiled non se ne trova, Nick Charles – ex investigatore che ha fatto la grana sposandosi – e la sua diletta e danarosa consorte sono più impegnati a versarsi da bere che a tenere compagnia al lettore. A pagina 115 ero stufa marcia dei loro drink. È vero che i dialoghi non sono male, ma possono essere datati al carbonio-14. Tra i protagonisti c’è pure il cane Asta – «che era uno schnautzer e non l’incrocio di uno scottie con un terrier irlandese» (pagina 24), e assieme ai padroncini fa tanto Cuore e batticuore.

Tra un «crivellato di rivoltellate» (pagina 21), una «vestaglia di codesta gradazione di azzurro» (pagina 38), lo «sdrucio profondo» poco sotto la «zinna sinistra» (pagina 45), la «camera di soggiorno» ripetuta con l’insistenza di uno che vuole arredartela a peso d’oro e altre incartapecorite amenità, il viaggio di ritorno da Milano l’ho fatto in compagnia di un altro libro. E questo, manco a dirlo, fila dritto nel prossimo paccozzo commentozzo.

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Informazioni su Gaia Conventi

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10 risposte a ““L’uomo ombra” di Dashiell Hammett.”

  1. impossiball dice :

    Dai, la zinna sinistra te lo sei inventato!

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  2. Silvia dice :

    Altieri????? Ohhhhhhhh signurrrrrrrrrrrrrrrrrrrr! Non sarà mica l’Altieri che ha tradotto Martin e le sue “Cronache del ghiaccio e del fuoco” ! Perchè se è lui non conterei molto sulla bontà della nuova traduzione…. almeno con Martin ha fatto proprio pena……………….
    Hammett è stato una mia passione di gioventù, io l’ho letto nella traduzione dell’ editore Guanda, mi sembravano traduzioni ben fatte…

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  1. “Il falco maltese” di Dashiell Hammett. | giramenti - 10 settembre 2014