“Il Milione” di Marco Polo (scritto in italiano da Maria Bellonci, Anna Maria Rimoaldi ha collaborato alle ricerche e Valeria Della Valle ha scritto l’introduzione): lettura del Reading Challenge 2016, con recensione facciale. Ohhh… che messa cantata che è ‘sto titolo!
Questo libro avrebbe dovuto sfamare la categoria “Un classico della letteratura italiana”, che invece ha dovuto tenersi la fame. Già, perché dopo un centinaio di pagine – di cui trenta e sbrisga dedicate alle tante versioni del manoscritto e alla vita di Marco Polo – ho dovuto abbandonare l’impresa, dandomi per vinta. Devo dire che nella decisione ha influito il fatto che mio marito si sia detto stanco di vedermi sonnecchiare a libro aperto. Insomma, non volevo mollare… ma quell’appunto è bastato a farmi mollare la pezza. Ok, lo ammetto, non aspettavo altro.
Dunque dovrò prontamente rifarmi con un altro titolo, l’ho già scelto ma non ve lo svelo. Trattasi di uno di quei classici che si portano in dote una storia, un libro che ho letto vent’anni fa. Mi era stato regalato per dispetto, per comunicarmi che… be’, vi dirò cosa quando lo recensirò. Ora parliamo de Il Milione.
Come sanno anche i morti, Il Milione è il resoconto del viaggio intrapreso da Marco Polo in Asia, in compagnia di babbo e zio, già avvezzi a quel genere di turismo mercantile. Si tratta quindi di una Lonely Planet medievale, con dritte di carattere geografico, storico, economico, politico e scientifico. Ovviamente un tanto al chilo. Sì, insomma, lo stile è favolistico e ogni cosa risulta mirabolante, ma gli passi questo ed altro perché gli anziani – e i testi anziani – meritano un po’ di rispetto.
Diamo quasi per certo che la prima stesura sia databile al 1298, quando Marco Polo la dettò a Rustichello da Pisa. Per diversi secoli è stato un long seller, tradotto in diverse lingue e dialetti. Pare che Cristoforo Colombo ne portasse con sé una copia durante i suoi viaggi per mare. Da qui l’idea della mia recensione facciale.
Direi che la parte più interessante de Il Milione è l’introduzione e le vicissitudini del manoscritto. Il testo vero e proprio, per quanto immagini la siora Maria Bellonci assai indaffarata per non snaturarlo pur rendendolo adatto a una lettura moderna, è piuttosto elementare. Ripetitivo. Dopo cento pagine mi sembrava di campare nel giorno della marmotta e mi pareva di leggere e rileggere lo stesso brano. Ho quindi preferito desistere. Sono perciò costretta – e me ne rammarico – a mettere Il Milione tra i “Libri no”. Ma voi lo sapete bene che ogni libro ha il suo lettore, la persona adatta a vederci del buono. In questo caso, ahimè, quel lettore non sono io.
E si riparte alla conquista della categoria “Un classico della letteratura italiana” del Reading Challenge 2016!
Vuoi dire che Marco Polo scriveva come un Khan? 😀
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La battuta è ottima, ma Marco Polo – nonostante me – resta un grande! 😀
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Io invece sono il lettore “sì”, proprio di quella edizione de “Il Milione”, con la traduzione di Maria Bellonci (di cui ricordo di aver letto con piacere “Tu vipera gentile. Delitto di stato”).
Però tu sai la mia passione per il medioevo (anche per lavoro) e quindi per me il libro, come tutte le cronache del tempo, è indispensabile per conoscere quei secoli.
Diciamo che, come libro da leggere sulla spiaggia, è un po’ palloso, però devi leggerlo con altri occhi e altre finalità, che non siano quelle del passatempo (anche se quando parla delle abitudini sessuali delle popolazione del centro Asia…).
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Adoro la Bellonci – Rinascimento privato è il mio libro del cuore e qui ho recensito parecchia roba della siora – ma mi sono arenata su Il Milione. Che, ammetto, intendevo leggere per passatempo. Ok, ok… non dovevo. 😀
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E comunque, come passatempo, è sempre più avvincente di certi romanzi moderni (taccio i nomi per l’eleganza che mi contraddistingue).
E comunque, come letteratura di viaggio, dà indicazioni che nemmeno le migliori guide turistiche e/o navigatori riescono a fornire (taccio titoli e marche per la mia solita eleganza).
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Ok, capito, ti è piaciuto. 😀
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Non sono stato esplicito, però si capisce fra le righe… 🙂
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E si riparte alla conquista della categoria “Un classico della letteratura italiana”
Leggerai il libro “Cuore”, scommetto! XD
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Naaaa… ma neanche morta! Ho dovuto leggerlo – rileggerlo, anche da bambina ci ero cascata – per un esame universitario. Mai più!
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Effetto sonnifero, dunque. Io non lo abbandonerei, perché quando Morfeo decide di fare sciopero, Marco Polo fa il Krumiro.
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Be’, sì, leggendolo di sera l’effetto era quello.
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Eppure ricordo di averlo letto “distillato” per ragazzi – sai quei librozzi di Fabbri Editori con la copertine dura e rigida, plastificata – e non mi era dispiaciuto. In versione integrale 😀 non l’ho mai letto.
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Dici che devo cercarne una versione più adatta alla mia “giovane” età? 😀
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Forse 😀
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Grazie, sento che questo tuo commento mi ha levato una trentina d’anni. 😀
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Sono felice che sei tornata bambina 😀
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