L’impicciaBOOK n°2

Arieccoci con l’impicciaBOOK, consigli e sconsigli libreschi della domenica.

Ohhh… bei tempi quando si andava a scuola. Sì, be’, io dovevo alzarmi alle sei e la cosa non mi rendeva particolarmente contenta. Comunque, erano anni in cui ci veniva appioppata roba da leggere. Bella, brutta, in qualche caso indigesta.
E quindi eccoci all’impicciaBOOK di oggi: il libro più bello e il libro più brutto dei vostri anni scolastici. Dalle elementari in poi, tutto fa brodo.

Ci rileggiamo domenica prossima con l’impicciaBOOK.

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Informazioni su Gaia Conventi

Scrivo, ma posso smettere quando voglio.

17 risposte a “L’impicciaBOOK n°2”

  1. laTigli dice :

    La bambina col Falcone di Bianca Pitzorno: letto alle medie mi piacque un sacco.
    Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Pirandello: ho finto di leggerlo alle superiori, una noia mortale fin dalla prima pagina

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  2. alessandrap dice :

    Ho qualche difficoltà a indicare “il più bello” e “il più brutto”. Comunque:
    Libro molto bello – Sostiene Pereira di A. Tabucchi.
    Libro che non ho apprezzato molto – Narciso e Boccadoro di H. Hesse.

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  3. sandra dice :

    Sui più belli potrei dire un sacco di titoli perché ho avuto una maestra eccezionale alle elementari. Ne cito due: La fattoria degli animali di Orwell e Me ne infischio di Re Cetriolo metto un link per l’acquisto sperando che qualcuno ne approfitti prima che diventi impossibile trovarlo: se avete figli in età scolare è imperdibile

    Libro brutto: La cripta dei cappuccini di Roth

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  4. Daniele dice :

    Eh! Alle elementari e medie ho avuto vita facile, mi facevano leggere i libri che volevo, perciò andrò dove il gioco si fa duro: al liceo!

    Libro migliore… Il fu Mattia Pascal! Dopo una sconclusionata prima pagina, che mi faceva presagire una gran sofferenza, si è ripreso alla grande. Forse l’unica lettura obbligatoria che ho apprezzato (assieme a La metamorfosi di Kafka, che però è già un racconto breve e fatico a catalogarlo come libro tout-court).

    Libro più brutto… non posso cavarmela dicendo “tutti” – anche perché in quei tutti ci sono un paio di libri che dopo un capitolo ho deciso di non leggere, rischiando un brutto voto in una delle poche materie in cui andavo bene: La coscienza di Zeno e i Malavoglia mi hanno torchiato le palle in un tornio nell’arco di poche pagine!
    I miei libri più brutti sono scritti da autori considerati dei grandi della letteratura italiana, e per me sono a parimerito: Il nome della rosa di Umberto Eco e La storia di Elsa Morante! Rispettivamente un novembre e un’estate di solenne noia… il sol pensier rinnova la paura >_<
    E con questo, immagino che alcuni la pianteranno di dare contro al bambino di petaloso… 😛

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    • Gaia Conventi dice :

      Ohhh… splendido il Mattia Pascal! Ricordo d’averlo letto al liceo, due ore di pullman tutti i giorni riuscirebbero a far leggere chiunque. 😉
      Anche La coscienza di Zeno avevo letto alla stessa maniera – mi era piaciuto pure quello -, ho invece scansato i Malavoglia sperando di cavarmela meglio col Don Gesualdo. Madonna che botta sulle gengive! E Il nome della rosa? Letto in ospedale, avevo 16 anni. Apprezzato. Ma una settimana d’ospedale ti fa apprezzare di tutto. 😉

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      • Daniele dice :

        Della coscienza di Zeno ricordo che molti miei compagni, fumatori novelli, non riuscivano a leggerlo perché faceva venire loro la voglia di cacciarsi in bocca una sigaretta XD
        Io non avevo scuse, lo trovavo semplicemente noioso sin dalle prime battute.

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  5. mammalivia dice :

    Premesso che io vivo per leggere, leggo al cesso e mentre cuocio la pasta e il mio ideale di weekend è letto + libro + Nutella:
    alla medie avevo libera scelta, ricordo solo che non mi erano piaciuti Moby Dick e La conchiglia di Anataj. Al liceo, letture obbligate.
    Libro più bello: Cronache di poveri amanti, di Pratolini
    Libri più brutti: Conversazione in Sicilia, di Vittorini; La luna e i falò, di Pavese
    Libro prima schifato e poi amato: I promessi sposi

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  6. Paolo Parigi dice :

    A proposito della COSCIENZA DI ZENO, dice il mio coll. graf. “Trattasi di un libro ‘autenticamente’ divertente, oltre ad essere uno di quei classici che ringiovanisce col tempo. Diciamo che ogni lettura imposta fa odiare l’oggetto dell’imposizione. I miei ricordi scolastici di librodipendente risalgono alla terza elementare: il libro definitivo fu PINOCCHIO; quello che rischiò di allontanarmi per sempre dalla lettura fu IL BEL PAESE dell’Abate Antonio Stoppani. Mi salvai chiudendolo alla terza riga per mai più riaprirlo, maestro o non maestro (quello elementare, intendo).

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  7. ilcomizietto dice :

    Forse arrivo tardi, ma volevo dire che “I Malavoglia” di Verga ancora li devo digerire. Letto per forza ai tempi del liceo, dieci pagine al giorno come una medicina.

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  8. minty77 dice :

    Per i più belli, mi sa se la giocano “Niente di nuovo sul fronte occidentale” e “Stirpe di drago”, affibbiatici alle medie. Sì, ero una bambina allegra…

    Tra i più brutti, sono indecisa fra “Siddharta”, “La tregua” (*) e “Il partigiano Johnny”, per me tutti risultati il non plus ultra della noia. Poi vabbè, c’è “Il giovane Holden” che, più che noia, fu orchite.

    (*) A discolpa di Primo Levi, specifico che quell’oca (per non dire di peggio, e ne avrei!) della prof delle medie ce lo diede da leggere senza averci mai assegnato prima (né dopo) “Se questo è un uomo”…

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