Il generatore di annunci (gratuiti) per editori a pagamento, la nuova genialata di Obbrobbrio e Giramenti
Se avete un manoscritto nel cassetto e un maialino gonfio di eurini, siete pronti a diventare famosi.
In caso non foste ancora certi di voler spendere in maniera tanto oculata i soldini ricevuti per la cresima, ci pensiamo noi a convincervi: pagate! Pagate e siate felici! Pagate e anche gli editori a pagamento saranno felici!
Fiondatevi a casa dell’amico Obbrobbrio e lasciatevi convincere: la fama è dietro l’angolo, occorre solo pagare il pedaggio.
I tramisti e l’editoria: dite all’AIE che l’amo…
Oggi – incredibile ma vero – i nostri tramisti ci danno l’impagabile opportunità di dire anche cose serie. Segnatevi la data e giocatela sulla ruota di Mondazzoli.
Il munifico editore e l’autore in prova: l’acquisto copie che ti fa felice, pubblicato e forse, se fai il bravo, ripubblicabile.
Solitamente riporto strane facezie editoriali accadute ad amici e parenti, oggi no: oggi il topolino da laboratorio sono proprio io. Dunque non mi devo nemmeno chiedere se sia tutto vero, ché stavo al telefono e pigliavo pure appunti.
Torniamo a parlare di editoria a pagamento (con foto esplicativa).
Da qualche tempo snobbavo l’argomento, che tanto, datemi retta, chi ci vuole rimettere penne – penna – e portafoglio mica sta a darmi retta. Chi ha deciso che sborsare soldi per pubblicare è l’unica via percorribile, ha anche deciso che non cambierà idea. Non basta dire che pubblicare a pagamento è soltanto stampare a caro prezzo e che pubblicare a pagamento non ti porta da nessuna parte. Nemmeno in libreria. E non serve neppure spiegare che i grandi nomi, pagautori dei secoli scorsi che hanno pubblicato in questa maniera, oggi non lo rifarebbero. Semmai andrebbero di self.
Tramami ma di tramisti saziami!
È venerdì, giornata di tramisti. Masticateli con cura, tendono a restare sullo stomaco. Continua a leggere…
Il libro dei libri! “Risultati Strategie Testimonianze”, l’EAP degli EAP si racconta.
Torno dal pranzo a Firenze con una vera reliquia, e non sto parlando della torre di Pisa.
Il corso di corsa che se lo chiami workshop ti senti già un po’ più scrittore.
Avevamo già parlato di un corso formidabile, e in quel caso abbiamo tanto elogiato la location mondiale e la pausa caffè. Torniamo dunque a riparlare di corsi, stavolta in versione workshop. Che roba è un workshop? Secondo i luminari del Corrierone, trattasi di «Corso di specializzazione, seminario di studi». Sì, non state a preoccuparvi, c’è anche il buffet.
Il musso lo sa: parlare di EAP non serve, soprattutto al musso.
Scordate il nostro foto album NO EAP e le tante ciance sull’editoria a pagamento. Abbiamo perso tempo e infastidito l’autore pagante.
Adesso ne siamo certi.
Perché dico NO all’editoria a pagamento (post per distratti e utenti anonimi).
Ero certa d’avervi già ampiamente spiegato perché l’editoria a pagamento è una sòla e perché uno scrittore che scambia il talento innato per talenti in tasca risulti assai risibile. Davvero, credo d’averlo ribadito più e più volte. Vi basterà googlare Giramenti + editoria a pagamento per farvene un’idea. Sempre che, e qui sta il bello, non siate autori paganti che pretendono d’essere nel giusto. Ahhh… ecco, adesso ci siamo capiti!
Editori a pagamento: le buone scuse di pessimo gusto.
Ringraziando Scrittori in causa per questo meraviglioso video d’arrampicata sugli specchi.
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