Tramisti al trotto: sciolgo le trecce ai cavalli…
A caval drogato non si guarda in bocca, ché io proprio non mi degno. Ma certo ai tramisti bisognerà guardare in pancia – mi parrebbe strano ragionassero con altro – per trovarci un perché. Perché sono convinti di dover scrivere un libro? Perché qualcuno – qualcuno che non sia un editore a pagamento – glielo lascia credere? Perché dalla scuola pubblica si passa al “così si pubblica”? E infine, perché di queste cose dobbiamo occuparcene noi e non l’Asl?
Tramisti in questua: «Mi inventate una trama per un mio libro?».
E se trama vecchia fa buon brodo, figuriamoci gli inviti ad attaccarsi al tram e ad attaccare la trama al chiodo. Ecco allora il tramista el pazzo – nome omen – alla ricerca di una trama per il “suo” libro.
Tramisti in tour: gira e rigira, sono sempre qui…
Gira e rigira… è venerdì e girano. I tramisti? Sì, anche.
Tramisti tra mostri: difficile distinguerli!
Bene, abbiamo fatto gli auguri di rito, peccato che lo scherzo si fermi lì. Il resto è tutto vero. Alla faccia del pesce palla, della palla al piede e del piede di porco. Porco cane, è tardi!, partiamo subito con questa nuova puntata dedicata ai tramisti…
I tramisti misto terital: il carosello delle carognate.
Il tramista si distingue e non si estingue, e se «Fa’ la guardia nun me piace, c’ho du’ metri de torace» non vi dice niente – ma qui c’è un fresco rinfresco di memoria – allora occorre riaprire il baule del tramismo e ribadire che, pancia in dentro e petto in fuori, senza tramisti non sarebbe venerdì. Si parte!, siate coraggiosi…
Strilli di tramisti e menestrelli: il falò della vacuità! – Seconda parte
E dopo la prima parte, vi tocca la seconda. La solita sfilza di gente che vorreste vedere infilzata, ma sono cambiati i tempi e le picche le utilizziamo solo giocando a carte. Che spreco!
Pronti per questa nuova incredibile avventura? No, già, ma fa niente.
Non si può esser tristi… è venerdì e arrivano i tramisti! (Puntata lunga, fatevi coraggio…).
Bene, oggi cominciamo in maniera idiota, fin dal titolo. Buon segno, non può che peggiorare!
La puntata è lunga, quindi vi consiglio di mettervi in malattia, prendere ferie, fingervi morti. Contemporaneamente.
Tornano i tramisti! Ma si stava bene anche senza…
Ebbene sì, ho trovato il tempo per dare una sbirciata al mondo dei tramisti. Non fateci l’abitudine, non so quando succederà di nuovo, ché per i tramisti oltre al tempo occorre lo stomaco. Diciamola quindi una puntata a sorpresa, un salto nel tramimondo per vedere se stanno tutti bene – purtroppo sì – e se continuano a tramortire gli utenti rispondenti con quesiti degni del Premio Ig Nobel.
Vi ricordo che la domande sono cliccabili, se ve la sentite.
Smetto quando voglio: meglio tramisti che tranvieri.
Anni fa, per sbertucciare i tramisti, li si sarebbe detti scrittori da dopolavoro tranviario. Poi ci siamo accorti che, battezzandoli così, si finiva per fargli un complimento. Ché il dopolavoro tranviario ha una sua dignità e un suo motivo d’esistere. I tramisti no, se si esclude l’estremo sollazzo nel percularli tutti i venerdì che il dio dell’internet manda sul web. E oggi, ma guarda che caso, è proprio venerdì…
Io sono tramista!
Siamo tutti un po’ tramisti, ma qualcuno è un po’ più tramista degli altri. È venerdì, fatevene una ragione: via col tramismo!
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