Pubblicare a pagamento: il post di Obbrobbrio, da urlo!
Date retta a lui, lui lo sa: non pubblicate a pagamento, non è fine.
QUI il post di Obbrobbrio.
Il munifico editore e l’autore in prova: l’acquisto copie che ti fa felice, pubblicato e forse, se fai il bravo, ripubblicabile.
Solitamente riporto strane facezie editoriali accadute ad amici e parenti, oggi no: oggi il topolino da laboratorio sono proprio io. Dunque non mi devo nemmeno chiedere se sia tutto vero, ché stavo al telefono e pigliavo pure appunti.
Il libro dei libri! “Risultati Strategie Testimonianze”, l’EAP degli EAP si racconta.
Torno dal pranzo a Firenze con una vera reliquia, e non sto parlando della torre di Pisa.
Il musso lo sa: parlare di EAP non serve, soprattutto al musso.
Scordate il nostro foto album NO EAP e le tante ciance sull’editoria a pagamento. Abbiamo perso tempo e infastidito l’autore pagante.
Adesso ne siamo certi.
La fuffa trasloca: dall’EAP al selfpublishing, gli esperti e i maghi hanno cambiato casa.
Oggi non faremo nomi e cognomi: il legale di Giramenti può prendere il caffè in tranquillità, non glielo manderemo di traverso. E non faremo nomi perché non servono, stamattina ciò che veramente ci sta a cuore e farvi presente che la fuffa ha cambiato indirizzo.
Seguiteci e sarete in grado di stanarla, e ovviamente non lo diciamo ai nostri utentAmici che ci leggono fedelmente e caparbiamente – loro sono ormai più esperti di noi nell’arte d’additare la stortura –, lo facciamo invece presente ai tanti autori che credono di scampare all’EAP… affidandosi ai guru del self.
Il libro è bello ma serve lo sponsor.
Oggi la segnalazione ci giunge da Gabriella Sponsorizzatuasorella – così Impossiball non potrà dire che tutte le nostre utentesse segnalanti si chiamano Maria – e ci racconta una roba strana. Strana e mancante di sponsor. Vediamo di saperne di più.
Perché dico NO all’editoria a pagamento (post per distratti e utenti anonimi).
Ero certa d’avervi già ampiamente spiegato perché l’editoria a pagamento è una sòla e perché uno scrittore che scambia il talento innato per talenti in tasca risulti assai risibile. Davvero, credo d’averlo ribadito più e più volte. Vi basterà googlare Giramenti + editoria a pagamento per farvene un’idea. Sempre che, e qui sta il bello, non siate autori paganti che pretendono d’essere nel giusto. Ahhh… ecco, adesso ci siamo capiti!
Editori a pagamento: le buone scuse di pessimo gusto.
Ringraziando Scrittori in causa per questo meraviglioso video d’arrampicata sugli specchi.
Andar per concorsi (occhio alla penna e al portafoglio!).
Ehi, sveglia! Stamattina parliamo di concorsi, uno più bello dell’altro.
Quel prurito esistenziale che ti porta a scansare chi si dice “scrittore”.
Sono certa d’avervelo già detto: faccio una fatica immonda ad accettare l’amicizia virtuale – leggi tuitter, feisbuc e mia nonna in carriola – di chi si autoproclama scrittore. Se poi quel tale mette la qualifica accanto a nome e cognome e ha pubblicato a pagamento, o si è autopubblicato, la mia risata di scherno si fa risata allo schermo.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.