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Gennarino Coccolino e il gruppo di lettura. Quando lettura fa tanto iattura…

Gennarino Coccolino Scrittore ormai lo conoscete bene, è quel tipo che tentate di scansare su Facebook. Da sempre. Poi si avvicina il Natale, siamo siete tutti più buoni ed eccovi ad accettare la richiesta d’amicizia del Coccolino di turno. Non fate finta di niente, vi vedo: Natale vi frega sempre, lasciate persino la mancia all’idraulico. Poi il galantuomo ve la rende e ci aggiunge pure una pacca sulle spalle. Se siete tra quei poveracci che campano di cultura… be’, a voi la mancia la potrebbe lasciare persino la FAO.

Ma non tergiversiamo, l’argomento coccoloso di oggi è caldissimo, così caldo che vi ci potete persino scaldare mani e piedi. Risparmiando sul riscaldamento.

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Non sfamate i Gennarini Coccolini Scrittori! Breve argomentazione sulla pericolosità dei profili Facebook nati per diffondere il malcostume degli scrittorucoli che si ripropongono come i peperoni.

Le cose stanno più o meno così: non faccio in tempo a raccontarvi di Gennarino Coccolino Scrittore che subito qualcuno inventa qualcosa di nuovo. E di peggiore. Lo scopro ricevendo una richiesta d’amicizia da un profilo tipo “Lettori ma anche no”. Il “ma anche no” include tutti quelli che non sono lettori ma scrivono, il fatto di non leggere una beata minchia non esclude il volerla scrivere. Anzi, qualcuno afferma che non leggere aiuta a non copiare, dunque il libro di uno scrittore/non lettore sarebbe garanzia d’originalità. Inutile dire che poi questi siori passano il tempo guardando la televisione, fonte inesauribile di trame già testate. E testate contro uno spigolo.

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Scrittori e scribacchini su Facebook: il meraviglioso mondo di Gennarino Coccolino Scrittore.

Facebook è per gli scrittori – più o meno emergenti – ciò che Amsterdam è per i cannaioli. Un posto in cui tutto sembra lecito e possibile, dove si è tutti amici e tutti si è accomunati dalla medesima passione. Ma si tenga presente che la cannabis, almeno lei, qualche malanno lo risolve davvero. La scrittura no, non sui social. Lì, a dirla tutta, la scrittura i problemi li crea. Mica fa tutto da sola, eh? A darle una buona mano – raramente una mano di editing – ci pensa il detentore di tale arte: lui, lo scrittore su Facebook.

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Facebook: i “mi piace” che non dovresti chiedere mai (e altre bazzecole altrettanto raccapriccianti).

Ok, ammettiamolo, la richiesta di un “mi piace” non ha mai ucciso nessuno, ma dieci richieste al giorno cominciano a pesare sullo stomaco. Io, mediamente, ne ricevo tra le 30 e le 35. Vanno dalla pagina fan dell’autore alla pagina “mai letto ma mi piace sulla fiducia” del libro, dal festival letterario fatto in casa – in giuria zii e cugini di Gennarino Coccolino Scrittore, e Gennarino Coccolino come guest star – al concorso poetico che chiede venti euro a poesia, e si vincono i libri scritti dai giurati.
Questo post non vuole certo dirvi quando chiedere un “mi piace” ai vostri contatti, vuole solo farvi sapere che molte volte i vostri contatti finiscono per odiarvi. E ne hanno tutte le ragioni.

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Scrittori su Facebook: grazie per l’amicizia… e leggi il mio libro.

L’abbordaggio libresco succede a tutti, se non vi succede è perché non siete iscritti a Facebook.
In quel posto lì – che vi sconsiglio di frequentare à la Saranno famosi – tutti DEVONO essere amici di tutti, e tutti gli amici scribacchini devono adoperarsi per il bene dei loro simili. Il perché non si sa, immagino sia un bel mix di “tanto è gratis” e “in fondo cosa ti costa”.
Non guasta una spruzzatina di faccia tosta e la certezza – titanica e inossidabile – d’aver messo al mondo un capolavoro. L’umanità ancora non ne è consapevole, bisogna farglielo sapere, utente dopo utente.

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